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Batman v Superman: il film di cui avevamo bisogno, ma che non meritiamo

È innegabile che Batman v Superman: Dawn of Justice sia un film piuttosto incasinato e pieno di problemi. Tutto deriva essenzialmente dall’eccessivo peso produttivo che gravitava sulle sue spalle in fase di produzione, per motivi che comprendono – ma non si limitano a – la necessità di lanciare l’universo cinematografico dei supereroi DC Comics. Non avendo né tempo né voglia di fare le cose con calma, la Warner ha deciso di giocarsi subito la carta del film di Batman contro Superman, ma non contenta, ci ha buttato dentro ancora tanta di quella roba che alla fine non poteva venire bene tutto. E infatti… l’intreccio è incasinatissimo e abbastanza buffo, il conflitto tra i due eroi è chiaramente forzato e pretestuoso, i dialoghi non brillano certo di inventiva e perspicacia (il doppiaggio italiano come al solito peggiora solo le cose) e Doomsday è un mostriciattolo troppo anonimo, troppo simile ad altri già visti, insignificante.Batman-v-Superman-Final-Trailer-hq

Tuttavia, nonostante i mille problemi strutturali, sarebbe ingenuo e ingiusto fermarci qui e non riconoscere al film anche i suoi indubbi meriti. Perché Zack Snyder potrà non essere un grande narratore di storie in senso classico, potrà non essere Spielberg, per intenderci. Potrà avere dei difetti grossissimi riassumibili nell’espressione “relazione complicata con il montaggio dei film e con quella cosa piena di parole chiamata sceneggiatura”, ma resta comunque un grandissimo regista. E Batman v Superman rimane blockbuster ENORME, pieno di invenzioni e di idee nuove, un cinecomic estremamente più interessante della media.

Ragazzi, parliamoci chiaro. Zack Snyder è uno che in carriera ha già inventato tantissimo e io gli voglio bene perché lui non vuole smettere di farlo, è la sua natura. Il suo obbiettivo è quello di creare sempre cose nuove e regalare sempre nuove esperienze al pubblico. È un regista audace come pochi altri – specie tra quelli che fanno film di questa misura – non solo dal punto di vista estetico, ma anche narrativo (che piaccia o meno, lo è; le storie le racconta sempre a modo suo), per i contenuti che tratta, per come li tratta e per le domande che pone nei suoi film.giphy

Nel caso di Batman v Superman, quello che Snyder sbaglia in termini di storytelling, viene ampiamente ricompensato dal grande intrattenimento che offre, sia per il modo in cui tratteggia i due eroi principali, più Lex Luthor e Wonder Woman, sia per la cura maniacale che ci mette nella costruzione dell’immagine, delle singole inquadrature e delle intere sequenze.

Persino Superman è diventato interessante nelle mani di Zack Snyder. Sempre più confondibile con Gesù Cristo, intorno a lui girano le domande più interessanti del film – che forse meritavano un film tutto loro, ma questa è un’altra storia.
Dovrebbe esistere un Superman? Abbiamo bisogno di lui nel mondo in cui viviamo (pianeta Terra, 2016)? Possiamo fidarci di lui sapendo che potrebbe ammazzarci tutti in mezzo secondo? Chi è responsabile delle morti e dei palazzi distrutti alla fine di Man of Steel?
L’ultimo figlio di Krypton ha i suoi ammiratori, molti dei quali lo adorano appunto come una divinità, e Snyder come sempre ce lo fa capire con immagini fortissime che non necessitano spiegazioni a parole. Ma ha anche i suoi detrattori che non ne riconoscono l’autorità e non ne accettano la presenza sulla Terra.3oEduZ7iTB4gXH0KRy

Non sarà mai il Lex Luthor migliore di sempre, ma quello di Jessie Eisenberg ha comunque il suo fascino. Il suo odio nei confronti di Superman si basa su motivazioni abbastanza accattivanti e che giovano ad entrambi i personaggi. Violentato dal padre senza che mai nessuno intervenisse in sua difesa, Lex non crede in alcun tipo di Dio a tal punto che quando poi ne vede uno (Superman) vuole dimostrare a tutti quanto sia finto, perché “Se dio è onnipotente non può essere solo bontà; e se è solo bontà non può essere onnipotente”.
Molte delle azioni che poi compie nel film non hanno molto senso, questo è vero. Ma se vi dovessi elencare tutti i villain – anche di filmoni acclamati da pubblico e critica – che fanno cose cattive solo perché sono cattivi, mi sa che non torneremmo più a casa.
Che poi, oh, qua comunque si riprende un discorso molto suggestivo portato al cinema dai Batman di Nolan (ma che nei fumetti circola anche da prima), ovvero che non sono le azioni dei cattivi a invocare la nascita degli eroi, ma viceversa. È la sola presenza degli eroi, di persone in costume che impongono arbitrariamente alla società un proprio codice di giustizia, che fa scattare la schizofrenia nelle persone, provocando inevitabilmente l’ascesa di un supercattivo.batman-v-superman-dawn-of-justice-trailer-henry-cavill-warner-brothers-youtube-12032015

Per quanto riguarda l’uomo pipistrello, ragazzi miei, non credo si potesse chiedere di più. Ben Affleck è perfetto sia come Bruce Wayne che come Batman. Alto ma tarchiato e senza collo, ricorda molto il Batman della serie televisiva degli anni 90. Non a caso, in questo film di notte corre e va, si mimetizza nell’oscurità…

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È l’uomo pipistrello, è BATMAN!

Snyder ha poi questa idea potentissima di presentare il nuovo Batman sfruttando i mezzi e il linguaggio del cinema horror. Non solo i criminali, ma anche le stesse vittime che lui salva lo temono come se fosse un mostro diabolico. È un cavaliere oscuro come non lo abbiamo mai visto prima al cinema (che è sempre l’obiettivo n. 1), un criminale – come ricorda lui stesso al simpatico Alfred di Jeremy Irons – con vent’anni di esperienza e che non usa più mezzi termini. Addirittura marchia i criminali, così da segnarli a vita per quello che hanno fatto. Molto estremo e violento, insomma… ci piace Batman,

CI PIACE COM’È!

Non c’è neanche l’ombra di Christian Bale, non si prova neanche a imitarlo o superarlo. E va bene così. Questo è semplicemente il nuovo Batman, una giusta evoluzione cinematografica del personaggio, una versione che ci mancava e di cui avevamo bisogno. Picchia fortissimo, è molto fumettistico, ma anche molto serio e concreto, molto vicino a quello della serie di videogiochi Arkham (il migliore Batman di sempre) che Snyder, da genio, cita in continuazione in maniera impeccabile (chi non ci ha mai giocato, non penserà mai che quello che vede nel film è preso quasi tutto da un videogame).

Vederlo poi arrancare nello scontro con Doomsday, affianco a due divinità come Superman e Wonder Woman, non ha prezzo. Lo vedi che sta lì, palesemente spaventato, essendo l’unico essere umano “normale” là in mezzo, e quando il cattivo spazza via tutto, lui corre a infilarsi sotto delle macerie per proteggersi, mentre gli altri due alzano semplicemente le braccia agli occhi. E bunghete e banghete, lui sta ancora lì, in piedi, e tu continui a fare il tifo per lui come hai fatto per tutto il film. E alla fine regala pure un ottimo assist a Superman per il colpo di grazia finale al cattivone super potentissimo.
Sono felicissimo che ci sia lui a rappresentare il genere umano.

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Batman. Uomo. Eroe.

Eppure la sorpresa più grande è stata un’altra, perché le immagini promozionali non rendevano bene l’idea. Gal Gadot come Wonder Woman è la scelta di casting più azzeccata dell’anno. Sebbene questo non sia il suo film, e nonostante il fatto che sia un po’ messa lì senza un motivo ben preciso, lo stesso è il personaggio che ne esce più forte di tutti. Quella turbofregna di Gal Gadot ha una presenza scenica fortissima – roba che le altre turbofregne di questo mondo non vedono neanche da lontano – una carica tutta sua che emerge silenziosa fino a esplodere nel finale. Sin dalle scene iniziali in cui la vediamo in borghese, sullo sfondo e in luoghi affollati, capiamo subito, da come entra nell’inquadratura e da come Snyder la riprende, che lei non appartiene a questo mondo, che non è una comune mortale e che il suo corpo nasconde una potenza sovrumana. È per questo che quando poi entra in scena col costume da Wonder Woman, ci gasiamo tantissimo e godiamo nel vederla spaccare culi con quella faccia da badass di chi ha tutto sotto controllo. Perché ci crediamo.
Ha tre battute in tutto il film ma si candida già a personaggio femminile dell’anno.

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Che poi raga, un altro aspetto che non sottovaluterei, è che BvS ha le migliori scene d’azione spaccatutto viste in un film di supereroi finora, girate con la sicurezza di chi è nato per spaccare tutto, di chi ha fatto questo tutta la vita ed è destinato a farlo per sempre. Roba che le scene d’azione di Age of Ultron a confronto sembrano barzellette sui carabinieri (che poi anche quel film aveva un’intreccio risibile, ma vabbeh…). E soprattutto Batman v Superman riporta in vita quel senso della meraviglia che i film Marvel hanno ormai perso da anni. Ci sono infatti un sacco di bei momenti che da soli valgono il prezzo del biglietto. Penso ad esempio alle prime apparizioni di Superman e Batman in solitaria, alla spettacolare scena di inseguimento con la Batmobile, al training montage di Bruce Wayne, alla scazzottata con salvataggio finale nel magazzino (migliore scena di Batman di sempre?) e soprattutto a quel momento lì, quando realizzi che sullo schermo ci sono Batman, Superman e Wonder Woman pronti a combattere insieme. E sei di nuovo bambino.

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Funziona a bomba, nonostante i trailer.

In realtà non ci sarebbe neanche bisogno di tutto ciò, perché BvS vince già con la scena iniziale, per assurdo la migliore del film: Bruce Wayne assiste dal basso alla distruzione di Metropolis causata dallo scontro tra Superman e Zod, e nel frattempo corre verso la distruzione stessa, ovvero in direzione opposta a quella in cui fuggono tutti gli altri, ed entra di petto dentro il polverone alzato da un palazzo crollato. È una scena di una potenza emotiva unica, un momento travolgente che esprime al tempo stesso l’impotenza dell’essere umano e l’eccezionalità del suo coraggio.insta011

Non a caso, la battuta migliore del film parla proprio di coraggio. L’intuizione geniale di Snyder è stata quella di prendere Superman e Batman e di rappresentarli come due archetipi narrativi, due tipi di eroe per eccellenza, uno l’opposto dell’altro, che si scontrano tra di loro. Da un lato c’è il superuomo pronto e fatto, il Dio che può già tutto, insuperabile e inarrivabile, gli basta alzare il culo e il mondo è salvo. Dall’altro lato c’è invece l’uomo che è diventato “super” attraverso il duro allenamento, che sfrutta l’ingegno e tutti i trucchi di cui dispone per fare la cosa giusta, restando sempre consapevole della sua vulnerabilità e dei suoi limiti. E Snyder è bravo a costruire la tensione per tutto il film intorno a un Bruce Wayne che si incazza sempre di più e si prepara ad affrontare Superman, perché quest’ultimo in un modo o nell’altro rappresenta davvero una minaccia per il genere umano. E capisci che Snyder è un grande perché quando poi vedi Batman che mena Superman, te ne freghi abbondantemente dei buchi di trama, della mancanza di logica e di tutto il resto, e pensi solo che c’è un uomo che sta riempiendo di botte un Dio – e lo sta facendo SUL SERIO – e ti rendi poi conto che forse non hai mai visto una tale rappresentazione cinematografica del coraggio di cui può essere capace un uomo. Una rappresentazione fatta non a parole ma con le immagini e, ancora più clamorosamente, con i fatti.

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I fatti.

Ovviamente, per questioni di proporzione, quando poi i due all’improvviso fanno pace e diventano amici per la pelle come se nulla fosse, la risatina ti viene, ti rendi conto che un po’ ti hanno preso in giro e un po’ lo potevano fare meglio. Ma da qui a condannare tutto il film per questo motivo, ce ne passa di strada.
Sia maledetto il giorno in cui Hollywood smetterà di prenderci in giro. Questi sono i tipi di inganni a cui sono più che disposto ad abboccare e che più facilmente posso perdonare. Perché in fin dei conti ne vale la pena. Perché su quel trucco lì in realtà poggia tutto il film e sarebbe da pazzi rifiutare di stare al gioco per un mal riposto senso di superiorità.
O almeno io non mi rifiuterò… perché il film è troppo divertente.

In ogni caso, se a voi non è piaciuto lo capisco. Davvero. Se siete di quelli a cui interessano la logica e l’intreccio nei film, bestemmiate pure quanto volete. Ne avete tutto il diritto.
Vorrei solo farvi notare, se proprio non ci arrivate da soli, che Snyder in realtà se ne strafotte di tutte quelle cose lì. A lui interessa altro, a lui interessa l’estetica e la magnificenza dei suoi eroi di cui ne vuole raccontare la grandezza attraverso un racconto epico e magniloquente (caratteristica di tutti i suoi film). Perciò, nonostante i mille buchi di trama, è innegabile che Batman v Superman faccia un sacco di cose pazzeschissime e mai viste prime. E che le faccia con il giusto tono e il giusto cuore. Per questo motivo, è altrettanto innegabile che Batman v Superman sia un film che merita molto più affetto di quanto ne abbia ricevuto finora.